Quello che sappiamo riguardo alla nascita e all’evoluzione del Wingtsun è un misto di storia e leggenda che ci consente, tuttavia, di ricostruire e comprendere se non i fatti realmente accaduti, quantomeno lo spirito, le intenzioni e i principi che lo hanno generato.

La tradizione cinese, infatti, lega la sua letteratura e filosofia ad un forte simbolismo che è facilmente riconoscibile anche nelle affascinanti storie che sono immancabilmente legate alla nascita delle arti marziali in generale e dello stesso Wingtsun.

È quindi proprio raccontando e decodificando questa leggenda e confrontandola con gli avvenimenti storici di cui abbiamo notizia che potremo avere un quadro completo dell’origine del Wingtsun.

Questa ricerca non è, come qualcuno potrebbe credere, puramente speculativa. Conoscere la storia e le radici del nostro stile è indispensabile per comprenderlo fino in fondo e acquisire una consapevolezza che aiuta a migliorare la pratica.

Lo dimostrano gli sforzi del Grand Master Leung Ting nel compiere le difficili ricerche che ci consentono di poter affrontare oggi questo argomento.

LA STORIA DEL WINGTZUN

La leggenda fa risalire le origini del WingTzun alla seconda metà del XVII secolo.
Era un periodo storico molto particolare in quanto terminava una delle più illuminate Dinastie cinesi, quella dei Ming (1368-1644 d.C.), al cui posto salivano al potere degli stranieri invasori, i Manchu della Dinastia Quing (1644-1911 d.C.).

Il popolo cinese, che aveva visto la riaffermazione delle proprie tradizioni e della propria cultura sotto il governo Ming, si trovava ora a dover sottostare ad un impero che, al contrario, accentuava il più possibile il distacco tra Manchu e Cinesi, al punto da imporre addirittura l’uso dell’acconciatura con il codino ai cinesi per distinguerli dalla stirpe regnante.
Come si può immaginare il popolo cinese non riuscì mai ad accettare il governo degli invasori e tentò in ogni modo di spodestarli per restaurare la supremazia cinese.

All’interno di questo quadro politico del tutto reale, la leggenda ci conduce nel nord della Cina, precisamente nella regione dell’Henan, al mitico monastero buddista di Shaolin (trad. “giovane bosco”), sul monte Sung. In questo monastero, da sempre conosciuto come culla delle arti marziali, si radunarono i rivoluzionari cinesi trasformandolo presto in uno scomodo baluardo della resistenza.
Trattandosi di un’istituzione religiosa, l’Imperatore era naturalmente riluttante ad attaccarla apertamente e dovette così ricorrere all’inganno per eliminare il rifugio dei suoi nemici. Fu, infatti, solo grazie al tradimento di uno dei monaci di Shaolin, il quale appiccò il fuoco all’interno del monastero, che le truppe imperiali poterono aggredire e sterminare i monaci in fuga. Sempre secondo la leggenda, a questo massacro scamparono solo in cinque, e tra questi la monaca Ng Mui. Sarà ora seguendo le sue vicende che arriveremo alla nascita del WingTzun.
Fuggita da Shaolin, Ng Mui decise di vendicarsi del tradimento e si dedicò a perfezionare e accrescere la sua conoscenza del Kung Fu. Non avendo più un posto dove vivere e perseguitata dalle spie dei Manchu, iniziò una lunga peregrinazione che l’avrebbe portata ad attraversare buona parte della nazione.
Non sappiamo esattamente quanto tempo durò questo viaggio, anche se è lecito supporre che si trattò di diversi anni, né cosa le accadde lungo la strada, di sicuro Ng Mui conobbe numerosi maestri di Kung Fu ed ebbe modo di confrontare con loro le proprie tecniche arricchendosi di nuove idee ed esperienze.
Sapendo di doversi confrontare con avversari esperti nell’arte del combattere e, in quanto uomini, fisicamente superiori a lei, Ng Mui si sforzò di elaborare un sistema che non fosse basato sulla forza e che le permettesse di prevalere sui rinnegati fedeli ai Manchu.
Giunse infine al Tempio taoista della Gru Bianca sul monte Tai Leung, nella provincia del Sze Chuan, nel sud-ovest della Cina. Qui trovò ospitalità e si fermò attratta soprattutto dal particolare stile di combattimento che vi si praticava.
Il Kung Fu della Gru Bianca era un metodo molto efficace ed elegante i cui movimenti, ampi e fluidi, ricordavano lo sbattere delle ali delle gru. In questo metodo Ng Mui trovò molti spunti interessanti e vi attinse per migliorare il proprio stile. Ancora oggi sono riconoscibili, pur se enormemente modificati, alcuni movimenti che senza dubbio derivano dalla Gru Bianca.
In quel periodo, inoltre, la leggenda vuole che Ng Mui disputasse numerosi combattimenti dai quali uscì sempre vittoriosa.
Tra i tanti stili con cui si confrontò ve ne fu uno, tuttavia, che attirò la sua attenzione: lo stile del Serpente.
Come dice lo stesso nome, anche quest’ultimo si rifaceva al modo di combattere di un animale e chiunque abbia avuto modo di veder lottare un serpente potrebbe facilmente intuire quali sono i movimenti che Ng Mui incorporò nelle sue tecniche.
Il più grande merito di questa donna fu proprio di essersi interrogata per tutta la vita su quale potesse essere il modo per superare le differenze fisiche che fino allora avevano tanto inciso sull’esito degli incontri.
Con grande umiltà e intelligenza seppe riconoscere negli altri stili quanto c’era di buono e poi modificarlo e adattarlo alle attitudini del fisico femminile.
Trasformò le “debolezze” in punti di forza, creando un sistema che da allora mette realmente in condizione di difendersi tutti coloro che non possono fare affidamento sui muscoli e sulla forza.
Ma torniamo a seguire la nostra storia, prima di entrare più dettagliatamente nell’analisi del WingTzun.
In quel periodo nello Sze Chuan viveva una giovane ragazza di nome Yim Wing Tsun. Costei era in realtà nativa di Canton ma, poco dopo la morte della madre, suo padre, Yim Yee, fu ingiustamente accusato di un crimine e rischiò di essere imprigionato.
Così la famiglia fu costretta ad abbandonare il paese e si trasferì ai piedi del monte Tai Leung. Fu qui che Yim Wing Tsun e Ng Mui si conobbero e divennero amiche.
La giovane Wing Tsun era una ragazza molto attraente e questo finì per procurarle dei guai. Attirò, infatti, l’attenzione di un prepotente riccone del luogo il quale voleva costringerla a divenire sua sposa.
La ragazza, che amava un altro uomo, Leung Bok Chau, cui era promessa, era disperata e confidò le sue paure all’amica Ng Mui.
Costei promise di aiutarla e insieme misero a punto un piano. Wing Tsun chiese al suo pretendente di concederle un certo periodo scaduto il quale lo avrebbe sposato se lui fosse riuscito a sconfiggerla in combattimento.
Concluso questo accordo la ragazza si trasferì sulle montagne dove Ng Mui iniziò ad addestrarla nel Kung Fu.
Trascorso il periodo concordato, la sfida ebbe luogo, Wing Tsun ne uscì vittoriosa e poté, quindi, convolare a giuste nozze con il suo promesso sposo.
Ng Mui si preparò a proseguire il suo viaggio ma prima della partenza fece promettere a Wing Tsun che avrebbe onorato le tradizioni del Kung Fu e che avrebbe continuato, anche dopo il matrimonio, ad allenarsi e progredire nel sistema di lotta che aveva imparato, e che avrebbe aiutato il popolo a rovesciare il governo Manchu e a restaurare la Dinastia Ming. Fu così che lo stile, che aveva ormai preso il nome di “WingTzun”, iniziò ad essere tramandato.
Yim Wing Tsun, infatti, lo insegnò a suo marito Leung Bok Chau e in seguito anche al figlio, Leung Lan Kwai.
Quest’ultimo fu maestro di Wong Wa Bo, uno dei membri di una compagnia d’Opera che si esibiva su una barca conosciuta dai cinesi come il “Giunco Rosso”.
Il caso volle che sul Giunco Rosso lavorasse, sotto le mentite spoglie di un cuoco, uno dei cinque superstiti del massacro di Shaolin, l’abate Chi Shing.
Costui aveva insegnato ad un altro membro della compagnia, un certo Leung Yee Tei, l’uso del “Bastone Lungo da Sei Punti e Mezzo” di cui era esperto.
Leung Yee Tei e Wong Wa Bo divennero amici e si scambiarono le loro conoscenze, unendo e migliorando le loro tecniche. In questo modo l’uso del bastone lungo fu incorporato nel sistema WingTzun.
Fu poi Wong Wa Bo ad insegnare lo stile ad un famoso medico erborista di Fat Shan, il dottor Leung Jan. Essendo un uomo colto e intelligente, Leung Jan approfondì lo studio del WingTzun riuscendo a comprenderne i più profondi segreti e raggiungendo un altissimo livello di abilità nella pratica.
In effetti, il WingTzun è stato ed è uno stile in continua evoluzione, che è stato profondamente modificato e arricchito nel corso degli anni grazie all’abilità e alla capacità di confrontarsi con le esigenze contingenti di coloro che lo hanno tramandato.
Leung Jan trasmise quindi il WingTzun a Chan Wah Shun che fu a sua volta insegnante del Gran Maestro Yip Man.
Siamo ormai in epoca moderna, la situazione politica della Cina è completamente cambiata: dopo l’ultima Dinastia, nel 1912 la Cina divenne una Repubblica. Yip Man diventò un uomo di prestigio nella sua città, al punto che, grazie anche alla sua abilità nella difesa personale, fu addirittura nominato capo della polizia di Fat Shan.
In effetti, Yip Man ebbe modo di migliorare notevolmente il suo WingTzun in seguito ad un viaggio a Hong Kong che intraprese quando era già il migliore allievo di Chan Wah Shun.
Durante questo viaggio, infatti, conobbe un altro giovane anch’egli praticante di WingTzun e i due decisero di allenarsi insieme.
Con gran sorpresa di Yip Man il suo compagno si dimostrò di gran lunga superiore a lui grazie a tecniche più fluide, morbide e sofisticate.
Naturalmente Yip Man volle sapere chi fosse il suo maestro e scoprì che il giovane altri non era che uno dei figli del dott. Leung Jan, Leung Bik.
Al contrario di Chan Wah Shun, che aveva un fisico possente, Leung Bik era di costituzione piuttosto esile e non poteva in alcun modo contare sulla forza fisica.
Suo padre Leung Jan, quindi, pur avendo trasmesso l’eredità della propria scuola a Chan Wah Shun, non poteva permettere che uno dei suoi figli gli fosse inferiore e, visto il rapporto fisico fra i due, l’unico modo per far prevalere Leung Bik era di insegnare solo a lui le tecniche migliori e più avanzate.
Naturalmente Yip Man fece in modo di studiare con Leung Bik e di migliorare il più possibile il suo WingTzun diventando così più bravo del suo primo maestro.
Purtroppo la vita agiata e serena di cui Yip Man godeva a Fat Shan era destinata a subire un brusco cambiamento.
Infatti, dopo il ’49, con l’avvento del comunismo, dalla Cina ci fu un esodo generale di quanti erano in qualche modo legati alla cultura tradizionale.
Tutto l’antico sistema di pensiero fu ripudiato e, in seguito, addirittura perseguitato costringendo alla fuga, tra gli altri, i maestri di Kung Fu ai quali il nuovo regime tolse ogni libertà d’azione.
Quasi tutti si rifugiarono a Hong Kong, Taiwan, Singapore per continuare ad insegnare nella maniera tradizionale.
Tra i tanti che abbandonarono il paese ci fu anche Yip Man il quale, oltre ad essere considerato un capitalista, si trovava in una posizione molto delicata poiché aveva ricoperto cariche di rilievo nell’antico regime.
Così, ormai cinquantenne, Yip Man si rifugiò a Hong Kong dove dovette cominciare una nuova vita. Senza conoscenze e senza mezzi si adattò a lavorare come uomo di fatica in un ristorante, ma in qualche modo fu proprio qui che ricominciò la sua fortuna ed anche la fortuna del WingTzun.
I camerieri che lavoravano con lui erano soliti prendere lezioni di Kung Fu dal capocuoco; un giorno Yip Man faceva le pulizie in una grande sala dove gli altri si stavano nel frattempo allenando.
Il loro maestro era intento a spiegare e dimostrare delle tecniche quando, d’improvviso, una risata esplose nella sala.
Come si può immaginare si trattava di Yip Man.
Offeso da questo gesto irrispettoso, il maestro di Kung Fu gli domandò se lui, che aveva osato ridere, sapesse fare di meglio e Yip Man rispose che chiunque era bravo a tirare pugni e calci all’aria o contro oggetti inanimati, ma che le cose diventavano molto diverse di fronte ad un avversario che si difendesse.
Non contento di questa risposta il maestro lo sfidò a dare una dimostrazione delle sue parole e così avvenne un combattimento fra i due dal quale il povero maestro uscì miseramente sconfitto.
Il gruppo fu talmente impressionato dalla validità di ciò che vide fare a Yip Man che volle assolutamente apprendere il suo metodo e così nacque la prima classe di WingTzun a Hong Kong.
Egli ebbe numerosi allievi negli ultimi vent’anni della sua vita, tra i quali possiamo ricordare Ng Siu Lo, Chan Yu Min, Lui Yiu Jai e un tale Lee Shao Long, conosciuto nel mondo come Bruce Lee.
Ma l’unico che lo seguì fedelmente fino alla fine, ereditando il suo intero sapere e meritando di essere considerato il suo successore fu Leung Ting.
Vale la pena di spendere ancora qualche parola sull’influenza che il trasferimento di Yip Man a Hong Kong ebbe sul WingTzun.
La Cina era sempre stata, sia per estensione sia per cultura, un paese in cui le varie regioni vivevano tutto sommato una situazione di isolamento.
In tal modo anche le varie scuole di Kung Fu non avevano che rare occasioni di confrontarsi e, comunque, si può dire che, pur con le dovute differenze, fossero tutte appartenenti alla stessa “famiglia”.
Le esigenze di rinnovamento ed evoluzione erano quindi assolutamente limitate.
Arrivati a Hong Kong, o altrove, i vari maestri si trovarono a dover affrontare una realtà ben diversa.
Tanto Hong Kong che Taiwan o Singapore erano paesi aperti ai contatti con le altre nazioni ed era quindi facile che ci si incontrasse, o scontrasse, con combattenti provenienti dalla Tailandia, dal Giappone, dalle Filippine o addirittura dall’Occidente.
Yip Man seppe trovare in questo confronto uno stimolo per migliorare e rendere il WingTzun ancora più efficace.
In fondo per il WingTzun era la situazione ideale visto che lo stile fu concepito fin dall’origine con lo scopo di combattere contro gli altri stili e non, come invece era ed è per molti altri, contro praticanti dello stesso sistema.
Prima per merito dello stesso Yip Man, ed ancor oggi, grazie al nostro Grand Master Leung Ting, il WingTzun ha saputo modellarsi sulle nuove esigenze trovando sempre i principi e le soluzioni giuste per prevalere.
Nel 1969, Leung Ting organizzò la prima manifestazione pubblica di WingTzun a Hong Kong e fondò la “WingTzun Athletic Association” e, alla morte di Yip Man avvenuta nel 1972, decise che era giunto il momento di aprire le porte del WingTzun all’Occidente. Oggi il WingTzun è conosciuto e praticato in più di cinquanta nazioni del mondo ed è universalme nte riconosciuto come uno dei più efficaci sistemi di combattimento esistenti.

Paola de Caro