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Analisi scientifica del Chi-sao ©

Uno dei più grandi limiti dell'evoluzione degli esseri umani è la perdita della capacità di sfruttare tutti gli organi sensoriali di cui dispongono.
 
Lo sviluppo dell'umanità si è indirizzato sempre più verso la tecnologia provocando una graduale perdita di consapevolezza della "fisicità" dell'animale uomo.
 
Oggi siamo esseri essenzialmente "visivi" e questo costituisce un forte handicap nell'ambito del combattimento poiché la vista è un senso lento e inaffidabile.
La difesa dall'attacco di un aggressore si può ridurre ad una semplice formula: azione-reazione. Per reagire ad un'azione è però necessario riconoscerla.
 
La maggior parte degli stili di arti marziali affida questo compito alla vista, il WingTsun, invece, al contatto fisico e alle informazioni che ne riceve.
In uno scontro reale (non sportivo) la velocità è uno dei fattori determinanti per l'esito del combattimento, ma riconoscere un attacco comporta una serie complessa di valutazioni (distanza, altezza, traiettoria, direzione….) che richiede dei tempi che possono rivelarsi fatali.
Una brevissima illustrazione del funzionamento fisiologico degli organi di senso che ci interessano aiuterà a comprendere la ragione dell'importanza del contatto ai fini della velocità di reazione nel sistema WT.

 

La sinapsi è il collegamento tra due cellule nervose che si trasmettono l'un l'altra l'impulso nervoso.

 

chi sao sinapsi

 

Le vie della percezione visiva sono polisinaptiche, vale a dire che la percezione visiva richiede una serie di passaggi intermedi tra l'organo sensore (occhio) e l'organo periferico effettore (muscolo) in quanto questi sono collegati da numerosi neuroni connessi in serie.

La vista è regolata da recettori sensoriali esterocettori, cioè che ricevono stimoli dall'esterno; il tipo di contatto fisico che ci riguarda, per esempio quello che si crea quando una parte del corpo viene spinta o colpita, è regolato, invece, da propriocettori, cioè recettori che ricevono stimoli da muscoli, tendini e articolazioni, nei quali il passaggio dell'impulso nervoso è ridotto allo scambio tra un numero assolutamente inferiore di sinapsi neuronali.

 

chi sao organi di senso
Per essere più chiari possiamo paragonare le informazioni ricevute tramite la vista ad un treno espresso che effettua numerose fermate tra la stazione di partenza e quella di arrivo e le informazioni ricevute tramite il contatto fisico ad un intercity!
chi sao terminazioni nervose
È abbastanza naturale che vi sia questa differenza se si pensa che la sensibilità propriocettiva esiste per correggere attimo per attimo la posizione del corpo nello spazio al fine, per esempio, di mantenere l'equilibrio durante la deambulazione o di conservare la postura eretta… a gestire insomma il nostro corpo in tutte le attività ordinarie senza aver bisogno di prendere decisioni che richiederebbero tempi troppo lunghi per consentirci movimenti naturali.
Nelle attività quotidiane questa differenza appare assolutamente trascurabile, al punto che non ne siamo nemmeno consapevoli, ma nel combattimento diventa di importanza vitale.
Purtroppo, come ho detto in precedenza, gli esseri umani hanno dimenticato di possedere determinate abilità fisiche e si affidano prevalentemente alla vista. La capacità di utilizzare la sensibilità profonda (propriocettiva) va dunque stimolata ed esercitata.
Il Wingtsun ha elaborato un esercizio specifico per questo scopo, il Chi-sao (trad. "mani appiccicose"), cui si dedica una considerevole parte dell'allenamento.
Prima di entrare nel merito va detto che la vista è una cattiva consigliera anche alla lunga distanza, quando non c'è ancora contatto fisico tra gli avversari, poiché è un senso facilmente ingannabile e, come abbiamo spiegato, piuttosto lento. Per questo motivo il WingTsun propone una strategia che riduce al minimo il rischio di essere ingannati dagli occhi e insegna la soluzione più sicura. Se qualcuno vuole farci del male deve, infatti, necessariamente avvicinarsi a noi tanto da poterci toccare. Invece che cercare di interpretare le sue intenzioni, il praticante di WingTsun attua una difesa aggressiva attaccando l'avversario non appena supera una ideale "distanza di sicurezza" (vale a dire la distanza dalla quale se sferrasse un attacco potrebbe colpirlo) percorrendo, come insegna la geometria, la via più diretta e immediata… la linea retta!
Ovviamente, perché non si trasformi in una "missione suicida", questo avanzare è guidato da un principio che ci garantisce allo stesso tempo efficacia e sicurezza. Ricordiamo che ci stiamo occupando di reali situazioni di pericolo e non di incontri sportivi, la logica ci suggerisce, quindi, che avremo sempre di fronte avversari fisicamente più grossi e più forti di noi. È evidente che nello scontro diretto di due forze sarebbe la maggiore ad avere la meglio, non si può quindi pensare di difendersi contando esclusivamente sulla prestanza fisica. Il Wingtzun risolve questo problema facendo proprio un principio fisico da sempre conosciuto e utilizzato dagli esseri umani in tutte le situazioni in cui è necessario vincere grandi resistenze anche con mezzi rudimentali: il principio del cuneo.
Il cuneo è una macchina semplice talmente efficace da essere usato ancora oggi nonostante le molte possibilità offerte dalla tecnologia moderna. L'esempio più classico è quello delle navi rompigh iaccio che sfruttano la forma a cuneo della loro prua per spaccare la banchisa polare e navigare attraverso di essa. Addirittura le armi aumentano la loro forza distruttiva grazie al principio del cuneo, non è un caso che le frecce e i proiettili abbiano la punta triangolare o conica! Gli stessi chiodi che utilizziamo comunemente riescono a penetrare anche nei muri più solidi sfruttando lo stesso principio. Questo ci dimostra che un cuneo in movimento è in grado di neutralizzare anche forze notevoli. Perciò l'allenamento Wingtzun ci insegna a muovere il nostro corpo come un cuneo per ottenere nel combattimento lo stesso risultato.
Quindi le spalle (e le anche, per quanto riguarda la parte inferiore del corpo) devono essere allineate a formare la base del cuneo, mentre le braccia sono protese in avanti lungo la linea centrale per creare il vertice del cuneo stesso (con le gambe si ottiene il medesimo risultato grazie alla rotazione delle ginocchia verso l'interno e alla contemporanea tensione in avanti). La posizione delle spalle e la traiettoria del pugno durante l'avanzamento verso l'avversario sono di fondamentale importanza affinché l'attacco risulti allo stesso tempo distruttivo e sicuro. Lo stesso principio si applica naturalmente anche alla posizione e al movimento delle gambe. La rotazione delle ginocchia verso l'interno e l'allineamento delle anche devono essere costantemente mantenuti durante gli spostamenti, nella posizione di arrivo e durante ogni attacco e difesa con gli arti inferiori. I calci, ad esempio, si devono sferrare lungo la linea centrale, parallelamente al suolo, senza nessun movimento delle anche e nessuna rotazione del piede d'appoggio. In questo modo si ottiene ancora una volta il duplice effetto di colpire in maniera efficace e sicura allo stesso tempo.
Purtroppo non sempre è sufficiente avanzare in questo modo per arrivare a colpire il bersaglio, tuttavia il nostro cuneo ci viene di nuovo in aiuto andandosi ad "incastrare" nella guardia dell'avversario e consentendoci di sentire ed interpretare la pressione delle sue braccia (o gambe) e di fare in modo che la sua forza defluisca dal nostro corpo.
Una volta stabilito questo contatto dovrebbe entrare in gioco la sensibilità profonda (propriocettiva) che ci consente di ricevere informazioni precise e veloci sui movimenti dell'aggressore.
Questa abilità viene stimolata, come dicevamo, attraverso la pratica del Chi-sao che consiste in un insieme di esercizi che sviluppano le caratteristiche necessarie all'applicazione delle tecniche nel combattimento. Il Chi-sao in realtà non si limita ad essere un allenamento della sensibilità ma è uno strumento complesso per preparare il praticante a gestire vari aspetti dello scontro reale.
In primo luogo il Chi-sao ci abitua a percepire esattamente l'intensità e la direzione della pressione che viene esercitata sui nostri arti e a non opporci con la forza ma a cedere in modo elastico per renderla inoffensiva. L'allievo di Wingtsun impara a restare "incollato" all'avversario cercando di percepire tramite il contatto un "gap" nella sua difesa e ad approfittarne per attaccarlo. Per non dimenticare l'origine orientale dello stile si può anche dire che nel Chi-sao si cerca di creare il perfetto equilibrio taoista tra Yin e Yang allenandosi sia a non opporsi alla forza che ci vuole travolgere (Yin) sia a sfruttare qualsiasi opportunità per colpire (Yang).
La capacità di modellarsi sui movimenti dell'avversario e di far fluire costantemente fuori bersaglio la sua energia deve diventare completamente istintiva. Lo scopo non è imparare a memoria una serie di tecniche ma condizionare il corpo ad agire in maniera riflessa agli stimoli fisici che riceve.
In una situazione di pericolo reale non si ha né la lucidità né il tempo per riconoscere in modo razionale i movimenti dell'aggressore e ripescare nella memoria la risposta adeguata. Il praticante di Wingtsun acquisisce una reattività molto simile ai riflessi naturali grazie alla quale può difendersi senza essere cosciente di ciò che l'avversario ha fatto per provocare una determinata risposta.
I movimenti riflessi sono i più veloci prodotti dal nostro corpo.
Sarebbe impossibile per l'organismo umano sopravvivere senza un corretto meccanismo di difesa: tutto potrebbe rappresentare un serio pericolo, compreso il semplice cucinare, camminare e guidare. Le principali caratteristiche che rendono abile e vigile un guidatore sono proprio l'attenzione e i riflessi pronti.
Ma cos'è realmente il riflesso? A prima vista sembra una cosa alquanto semplice, ma il movimento che si vede e si definisce comunemente come riflesso non è altro che la fase finale di una complessa azione neurofisiologica. Il riflesso rappresenta una qualsiasi risposta involontaria e riproducibile, mediata da due o più neuroni del sistema nervoso, indotta, con un periodo di latenza brevissimo, da stimoli periferici (cioè dagli organi esterni). In pratica si tratta di una forma elementare di attività del sistema nervoso centrale che si svolge al di fuori della volontà ed eventualmente della coscienza, grazie alla trasmissione di uno stimolo da parte di un organo periferico recettore al sistema nervoso centrale e, successivamente, a un organo effettore. La costanza e l'immediatezza della risposta dipendono da una via di conduzione nervosa innata (cioè indipendente dall'esperienza dell'individuo), detta arco riflesso, lungo il quale viaggiano gli impulsi
chi sao arco riflesso
Lo stimolo esterno (come, ad esempio, il pungersi con uno spillo) provoca la propagazione di una serie di impulsi lungo le fibre nervose sensoriali, in direzione del midollo spinale, a livello del quale gli impulsi vengono trasmessi alle cellule associative e, quindi, ai motoneuroni che innervano i muscoli, provocando così la retrazione dell'arto (riflesso flessorio).
chi sao attività riflessa
Tutto, quindi, sembra dipendere dall'attività dell'arco riflesso, caratterizzato da un circuito nervoso elementare costituito da 1 neurone sensitivo afferente (che conduce uno stimolo dalla periferia ai centri nervosi) e da 1 neurone efferente (o motoneurone), che conduce la risposta dal sistema nervoso centrale agli organi effettori, ovvero agli organi periferici che reagiscono allo stimolo esterno. Un tipico esempio di riflesso è quello del riflesso rotuleo (o patellare): dando un colpo leggero al ginocchio, subito sotto la rotula, le fibre sensitive trasmettono un impulso al midollo spinale, il quale lo "passa" direttamente alle fibre motrici, che a loro volta permettono di far arrivare l'impulso al muscolo quadricipite della coscia, che si contrae e fa estendere la gamba.
riflesso rotuleo
Un altro esempio è fornito dal riflesso pupillare, e cioè dalla reazione della pupilla dell'occhio, che si contrae e si dilata in base alla quantità di luce presente (contrazione in caso di troppa luce e dilatazione in caso di poca luce). Questo meccanismo è fondamentale per avere una buona visione sia in pieno giorno che di notte e, di conseguenza, rappresenta un riflesso importantiss imo mentre si è alla guida di un mezzo di trasporto.
riflesso pupillare
Anche se, per definizione, il riflesso è una risposta involontaria indotta da stimoli periferici, i riflessi possono essere parzialmente modificati o condizionati. L'esistenza di riflessi condizionati fu dimostrata per la prima volta nel 1903 dal fisiologo russo Ivan P. Pavlov (1849-1936), la cui fama è legata ad un particolare esperimento: dopo aver ripetutamente fatto coincidere il suono di un campanello col pasto di un cane, Pavlov dimostrò che le fauci dell'animale si riempivano di saliva al solo udire il suono del campanello. In pratica, Il riflesso naturale della salivazione, che normalmente si ha alla vista e all'odore del cibo, era stato condizionato da un agente artificiale.
La ripetizione di determinati movimenti può trasformarli, col tempo, in veri e propri movimenti riflessi acquisiti ed è esattamente quello che avviene attraverso la pratica continua del Chi-sao.
Possiamo ipotizzare che il costante addestramento finisca per far diventare questi riflessi il più possibile simili all'arco riflesso semplice.
Un'altra dote essenziale che si ottiene grazie al Chi-sao è la capacità di rimanere rilassati mentre si interagisce con l'avversario. Affinché il cuneo possa deformarsi sotto le spinte dell'aggressore per riformarsi un attimo dopo come movimento di attacco, è indispensabile liberarsi della propria rigidità. Evitare la contrazione muscolare isometrica è uno degli ostacoli più duri che deve affrontare chi si accosta al Wingtzun ma è anche la conditio sine qua non per ottenere i risultati voluti.
La cosa più difficile è che per imparare questo modo di gestire il corpo bisogna liberarsi da una serie di schemi di movimenti ripetuti migliaia di volte durante la nostra vita e che sono ormai istintivi, ed essere disposti a "riprogrammarci" completamente (spesso la resistenza maggiore è di tipo psicologico). Lo strumento per riuscirci sono gli esercizi di Chi-sao che sono pensati anche per questo scopo.
Il Chi-sao è uno strumento utilissimo anche per migliorare altre doti fondamentali per il combattimento quali la stabilità, l'equilibrio e gli spostamenti. Gli esercizi di Chi-sao, infatti, passano da una fase iniziale piuttosto statica e mirata prevalentemente all'addestramento degli arti superiori, ad una fase più dinamica in cui si inseriscono passi e rotazioni ma anche spinte, strattoni e spazzate in modo che l'allievo impari a mantenersi stabile e a neutralizzarli.
È necessario che il praticante acquisisca una perfetta padronanza delle posizioni e dei movimenti sia per essere in grado di deformarsi sotto le spinte dell'avversario, senza però perdere stabilità, sia per trasmettere ai propri colpi la massima energia possibile grazie alla coordinazione degli attacchi e dei passi. Una caratteristica del Wingtsun è infatti la capacità di accompagnare sempre le tecniche di attacco con spostamenti, anche minimi, per sfruttare l'inerzia del peso del corpo in movimento e imprimere così maggiore energia ai colpi.
Per concludere dobbiamo dire che, vista la complessità degli insegnamenti che ci trasmette il Chi-sao, è necessaria una buona dose di costanza da parte dell’allievo e una grande responsabilità da parte dell’insegnante che lo deve accompagnare in un mondo a lui sconosciuto, in cui le sue percezioni abituali non servono e nel quale rischia di perdersi. Per questo motivo è necessario che gli insegnanti abbiano ben chiari i meccanismi che sono alla base dell’apprendimento nel Chi-sao.

Sifu Paola de Caro

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