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Geometria e meccanica del WT ©

Come abbiamo più volte ripetuto, il WingTsun è uno stile che studia solo il combattimento reale. In queste circostanze bisogna partire dalla consapevolezza che ci troveremo ad affrontare forze superiori alla nostra. Dobbiamo dunque trovare un modo per superare e sfruttare questo naturale svantaggio.

Per riuscirci è necessario comprendere alcuni aspetti fondamentali del WT, in questo articolo cercheremo di chiarire in che modo il praticante deve usare il corpo e perché.

Come qualunque altro oggetto il nostro corpo nello spazio è caratterizzato da tre dimensioni

  • LARGHEZZA
  • ALTEZZA
  • LUNGHEZZA (o profondità)

Nella pratica del WT a queste si aggiunge una 4° dimensione (tranquilli, niente di esoterico:) di cui parleremo in seguito: la PRESSIONE.

Può aiutarci a capire meglio immaginare il nostro corpo come un piccolo esercito in guerra. Nella posizione di guardia, ad esempio, la testa e la superficie del corpo sono da figurarsi come il generale che comanda le truppe mentre il Wusao ( "mano che difende" ) e il Mansao ( "mano che cerca" ) vanno visti come i soldati.

Il Wusao e il Mansao hanno il compito di proteggere il generale ma non sarebbe intelligente mandarli in battaglia contemporaneamente, per questo motivo il Mansao è avanzato per andare in avanscoperta, mentre il Wusao è leggermente arretrato ed assolve il compito di seconda linea restando comunque a debita distanza dal generale.

Il compito "difensivo" del Wusao non deve infatti essere male interpretato, l'ideogramma cinese WU rappresenta un uomo sotto un tetto con affianco un'alabarda, quindi un uomo per certi versi al riparo ma comunque armato e pronto a combattere. L'interpretazione di questo ideogramma dovrebbe farci comprendere che il Wusao assolve una funzione di difesa attiva.

Purtroppo abbiamo solo due braccia con cui difenderci, ma se impariamo a disporle in modo intelligente ci accorgeremo che ci danno tutta la protezione che occorre.

Detto questo torniamo a parlare delle 4 dimensioni prendendo come riferimento la posizione di guardia.

 

LARGHEZZA: Sappiamo che il praticante WT deve cercare di riprodurre nella sua posizione la forma di un cuneo ( vedi la sezione "tecnica": "teoria del cuneo" ) la larghezza massima che si può avere deve pertanto corrispondere alla base del cuneo, vale a dire alla larghezza delle nostre spalle. La larghezza va però anche considerata come la distanza che esiste tra i gomiti in posizione di Wusao Mansao e corrisponde alla larghezza del tronco. Se si rispetta questo parametro l'intero corpo è al sicuro dato che metà larghezza viene coperta dal Wusao e l'altra metà dal Mansao.

ALTEZZA: L'altezza è la distanza che intercorre tra l'apice della mano e la punta del gomito del Wusao (poiché il Wusao è il braccio più piegato e copre, quindi, l'altezza maggiore). Anche l'altezza, per assicurarci protezione, si sviluppa per metà al di sopra della linea centrale e per metà al di sotto, quindi la metà del nostro avambraccio dovrà trovarsi all'altezza del punto di origine della linea centrale ( vedi la sezione "tecnica":"La linea centrale" ).

LUNGHEZZA o profondità: La lunghezza si misura sul Mansao (che è il braccio più disteso) e corrisponde alla distanza tra l'estremità delle dita e il corpo. Tuttavia riguardo alla lunghezza la questione è un po' più complessa perché esiste anche una profondità minima assoluta, cioè la distanza tra il Wusao e il corpo (un palmo), alla quale non possiamo mai rinunciare. È come se fossimo racchiusi in una specie di bolla d'aria (una sorta di airbag) che ci protegge finché non la invadiamo, per questo motivo non la dobbiamo mai superare, quindi il Mansao può essere compresso al massimo fino ad incontrare il Wusao ma qualunque spinta ci costringesse ad andare oltre deve provocare, invece, una rotazione al fine di non invadere questa zona di sicurezza.

Tutte le dimensioni hanno come riferimento la linea centrale e vanno rispettate anche durante le rotazioni.

Quando assorbiamo la forza dell'avversario con un giro di 45° la nostra linea centrale deve essere diretta verso la spalla dell'avversario in modo che l'intero corpo resti protetto, nel giro di 90°, invece, le due linee centrali ( la nostra e quella dell'avversario ) si devono incontrare ad angolo retto. Nelle difese che non richiedono una rotazione questa geometria è verificabile solo nei movimenti incrociati, quando cioè la linea centrale dell'avversario incrocia la nostra. Nel caso del lato parallelo (attacchi che non valicano la linea centrale) non serve rispettare questi parametri perché cambia il "campo di battaglia" che dobbiamo proteggere.

Nei movimenti di attacco la nostra linea centrale mira sempre all'asse centrale dell'avversario poiché lì indirizziamo tutti gli attacchi.

La corretta impostazione delle dimensioni deve servire a proteggere costantemente l'intero corpo e costituisce un parametro preciso per imparare e correggersi durante l'allenamento.

Per concludere rimane da illustrare la 4° dimensione:

  • la PRESSIONE.

Abbiamo già spiegato (vedi la sezione "tecnica":"Teoria del cuneo" ) che il principio del cuneo è efficace solo quando il cuneo è in movimento. La 4° dimensione non è altro che l'energia che abbiamo verso l'asse mediamo dell'avversario e che fa si che le nostre braccia possano raggiungere il bersaglio o attaccarsi agli arti dell'avversario per poi interpretare e gestire i suoi attacchi. Ricordate che senza questa energia in avanti anche il rispetto assoluto delle altre dimensioni perde qualsiasi efficacia e può essere al massimo adatto a scattare delle belle fotografie!!!

Fin qui ci siamo occupati degli aspetti geometrici e meccanici della difesa personale, ma se per un attimo pensiamo al nostro corpo per quello che in realtà è, vale a dire una macchina, rimane da chiederci quale sia il propulsore che ne consente il movimento.

Potrà sembrare strano, ma questo propulsore non è altro che la PAURA. Ebbene si, la paura che in termini chimici si converte in ADRENALINA cioè combustibile (vedi " La paura in generale e in combattimento"). Non bisogna dunque trattare la paura con diffidenza e con un atteggiamento negativo. È vero che la paura può anche bloccare se diventa panico, ma l'addestramento serve anche ad attivare i meccanismi giusti nel momento del pericolo e trasformare la paura nella nostra migliore alleata.

GEOMETRIADIMENSIONI
MECCANICAMOVIMENTO (energia)
CHIMICAADRENALINA (carburante)

 

Paola de Caro

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